Siria - Guerra Civile

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    GUERRA CIVILE SIRIANA



    FAZIONI

    Ribelli Siriani

    - Esercito siriano libero

    Supporto da:

    Stati Uniti
    Regno Unito
    Francia
    Arabia Saudita
    Qatar
    Turchia

    Formazioni Jihadiste


    - Fronte al-Nusra
    - Fronte Islamico

    Supporto da:
    Arabia Saudita
    Qatar
    Turchia

    Forze governative di Assad

    - Forza Nazionale di Difesa
    - Jaysh al-Sha'bi
    - Brigata al-'Abbas
    - Resistenza Siriana
    - Hezbollah
    - Milizie sciite irachene e filo-iraniane

    Supporto da:
    - Iran
    - Russia
    - Iraq
    - Egitto (indiretto)

    Curdi

    - Consiglio Nazionale Curdo
    - Partito dell'Unione Democratica
    - Unità di Protezione Popolare (YPG)
    - Unità di Protezione delle Donne (YPJ)
    - Brigata Internazionale di Liberazione
    - Partito dell'Unione Siriaca
    - Governo Regionale del Kurdistan
    - Peshmerga
    - Dwekh Nawsha
    - Milizie assire e altre formazioni

    Supporto da:

    Partiti curdi turchi, siriani, iraniani e iracheni
    Iraq
    Coalizione internazionale anti-ISIS a guida statunitense

    ISIS

    - Stato Islamico

    Supporto da:

    Privati arabi

    STORIA DEL CONFLITTO

    La Guerra Civile Siriana, o Crisi Siriana, ha avuto inizio il 15 marzo 2011 in Siria con le prime dimostrazioni pubbliche contro il governo centrale, parte del contesto più ampio della primavera araba, per poi svilupparsi in rivolte su scala nazionale e quindi in una guerra civile nel 2012; in conflitto è ancora in corso.

    Le iniziali proteste hanno l'obiettivo di spingere alle dimissioni il presidente Bashar al-Assad ed eliminare la struttura istituzionale monopartitica del Partito Ba'th. Col radicalizzarsi degli scontri si aggiunge con sempre maggiore forza una componente estremista di stampo salafita che, anche grazie agli aiuti di alcune nazioni sunnite del Golfo Persico, si pensa possa aver raggiunto il 75% della totalità dei combattenti. Tali gruppi fondamentalisti hanno come principale obiettivo l'instaurazione della Shari'a in Siria.

    A causa della posizione strategica della Siria, dei suoi legami internazionali e del perdurare della guerra civile, la crisi ha coinvolto i paesi confinanti e buona parte della comunità internazionale. Gli organi dirigenti del Partito Ba'th e lo stesso presidente appartengono alla comunità religiosa alawita, una branca dello sciismo che è tuttavia minoritaria in Siria, e per questo motivo le nazioni a maggioranza sciita sono intervenute a protezione del governo siriano: sia l'Iran che l'Iraq cercano di mantenere un governo alleato che permette di creare una macroregione che arrivi fino al Libano, e sia combattenti iracheni che iraniani sono presenti a fianco delle Forze armate siriane. Il fronte dei ribelli è invece sostenuto dalla Turchia e soprattutto dai Paesi sunniti del Golfo, in particolare Arabia Saudita e Qatar, che mirano a contrastare la presenza sciita in Medio Oriente. In ambito ONU si è verificata una profonda spaccatura tra Stati Uniti d'America, Francia e Regno Unito che hanno espresso sostegno ai ribelli e Cina e Russia che invece sostengono il governo siriano sia in ambito diplomatico che militare.

    La delicata composizione etnica siriana si è fortemente riflessa negli schieramenti in campo. Sebbene le prime manifestazioni antigovernative avessero uno spirito "laico" e avessero coinvolto tutte le principali città del paese, incluse quelle a maggioranza alawita come Latakia, il perdurare della crisi ha polarizzato gli schieramenti, portando la componente sciita a sostenere il governo insieme a gran parte delle minoranze religiose, che hanno goduto della protezione del governo laico del Partito Ba'th. Il fronte dei ribelli rimane composto prevalentemente da sunniti, i quali però non costituiscono un blocco compatto: parte della popolazione sunnita continua a sostenere il governo e sono sunniti alcuni membri dell'esecutivo e buona parte dell'esercito. Le stragi perpetrate dalle componenti fondamentaliste dei ribelli nei confronti delle minoranze religiose in Siria hanno portato le Nazioni Unite a definire la guerra civile come un «conflitto di natura settaria».

    Le organizzazioni internazionali hanno accusato le forze governative e i miliziani Shabiha di usare i civili come scudi umani, di puntare intenzionalmente le armi su di loro, di adottare la tattica della terra bruciata e di eseguire omicidi di massa; i ribelli anti-governativi sono stati accusati di abusi dei diritti umani tra cui torture, sequestri, detenzioni illecite ed esecuzioni di soldati e civili.

    L'accezione "guerra civile" per descrivere il conflitto in atto è stata usata il 15 luglio 2012 dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, che ha definito la crisi siriana un «conflitto armato non internazionale».

    Situazione all'inizio di WOGdR

    Sulla scia degli accordi tra il governo russo e turco sull'evacuazione delle restanti forze ribelli dagli ultimi quartieri assediati di Aleppo est, a fine dicembre Russia e Turchia annunciano il raggiungimento di un'intesa per un nuovo cessate il fuoco in tutta la Siria, al quale aderiscono le sigle maggiormente legate alla Turchia (tra cui Ahrar al-Sham e Jaish al-Islam). La tregua, approvata dal governo siriano, entra in vigore alla mezzanotte del 29 dicembre. Il 31 anche il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approva all'unanimità il testo dell'accordo tra Russia e Turchia. Durante i colloqui di pace ad Astana, in Kazakistan, Russia, Turchia e Iran hanno firmato un memorandum di intesa sulla costituzione di zone-cuscinetto nelle zone di confine della Siria, per proteggere i profughi. Le safe-zone dovrebbero situarsi al confine con la Turchia e la Giordania, dove è più alto il numero di sfollati. Sarebbero esentate da operazioni militari e raid.



     
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